Conosci lo scopo della tua vita?

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Qual è lo scopo della tua vita?

Boom! Una domanda così “de botto”, come direbbe Boris (il buon Renè), non te l’aspettavi vero? Eppure è una domanda che tutti noi dovremmo porci spesso e sicuramente più di quanto facciamo già. Siamo entrati nell’ultimo quadrimestre di questo incredibilmente critico anno (per i nerd come me, direi che il 2020 è un doppio critico negativo!) ed è giusto quindi che io ti riproponga questa domanda prima di proseguire verso un 31 dicembre mai così tanto agognato. Bada bene che non voglio inquisirti, non ti sto facendo un terzo grado e non voglio di certo apparirti come uno di quei guru che non aspetta altro che tu mi risponda di non sapere quale sia il tuo scopo nella vita in modo da potertelo indicare io. A dirla tutta, sono proprio l’ultima persona che potrebbe darti un consiglio e ti spiegherò anche il perché. 

All’università ho preparato molti esami con un ragazzo che sin da piccolo aveva un sogno: trasferirsi negli Stati Uniti e lavorare in un’agenzia spaziale. Per questo motivo lui studiava ingegneria aeronautica, ma sin dalle superiori aveva iniziato ad appassionarsi, informarsi e studiare per conto suo manuali e libri di aerei, shuttle e quant’altro. Naturalmente conosceva perfettamente l’inglese, studiava autonomamente lo spagnolo (perché è la seconda lingua più parlata negli USA) e il tedesco. Infine è riuscito a trasferirsi in America, grazie al programma Erasmus e a conseguire quindi una doppia laurea sia lì che in Italia. Non mi sono nemmeno stupito quando ho trovato la sua tesi di laurea americana conservata nella biblioteca di facoltà.

Al contrario, io non sapevo nemmeno cosa avrei fatto nel prossimo weekend e a volte anche ora mi soffermo eccessivamente sul cercare di capire cosa diavolo potrei mangiarmi a mezzogiorno, quindi, potrai ben capire, che ero diametralmente l’opposto di quel mio compagno di studi: non avevo assolutamente ben chiaro in mente lo scopo della mia vita. 

Crescendo le cose sono ovviamente migliorate e sicuramente ora conosco meglio cosa voglio, ma devo ammettere che non credo ancora di aver raggiunto quella chiarezza d’intenti posseduto dal mio amico. Tuttora infatti mi trovo spesso a domandarmi cosa dovrei fare della mia vita ed immagino che, se stai leggendo questo articolo, è perché spesso te lo chiedi anche tu!

Fortunatamente la mia passione per la Crescita Personale mi stimola a fare ricerche ed informarmi e sono così giunto a conoscere una persona che ho imparato a stimare da un libro. L’opera si intitola “La sottile arte di fare quello che c***o ti pare”, mentre l’autore si chiama Mark Manson.  Ho successivamente scoperto anche il suo blog ed è proprio un suo articolo che mi ha ispirato per scrivere il mio.

 

Pertanto voglio provare con te lo stesso metodo che utilizza lui. Dopo averti spiegato come potrestitrovare gli obiettivi da raggiungere,  voglio ora suggerirti le 7 domande che ti aiuteranno a capire qual è lo scopo della tua vita.

Ti starai chiedendo perché dovrei indicarti delle domande, quando tu stai cercando delle risposte. È semplice: non puoi trovare alcuna risposta se non sai quali sono i giusti quesiti! Il problema è che la maggior parte delle persone si perde in un bicchier d’acqua. Si concentra su impegni, attività, idee che occupano l’80% della loro vita, ma che in realtà hanno una rilevanza effettiva solamente del 20%.

Ti faccio alcuni esempi.
Mi trovo spesso a perdere tempo a rispondere commenti carichi di rancore ed inutilità su Facebook perché in quel momento credo che sia di fondamentale importanza far capire a quella persona che si stia sbagliando. Mi soffermo anche  a commentare o leggere o guardare notizie di tutto il mondo perché ritengo che sia importante farmi sentire quanto sia contrario alle ingiustizie che ci attanagliano ogni giorno. Appena posso diverse ore su videogiochi, film o serie TV.
Ebbene nessuna di queste circostanze è appenerete immorale, non credi? In fondo ogni tanto va “bastonato” chi esagera con insulti e pregiudizi, no? Inoltre è corretto rimanere informati su quello che capita nel mondo, giusto? E in fin dei conti ognuno di noi merita del tempo libero da dedicare a qualsiasi cosa ci piaccia, vero? Tuttavia ad essere sinceri, per quanto possa trovare delle giustificazione per quegli episodi, a mente lucida non posso dire altro che non sono parte, né costruttiva né coerente, del mio scopo di vita.

Capitano anche a te momenti simili, vero? Non preoccuparti, sei umano ed in fondo anche quegli episodi fanno parte della nostra natura. Tuttavia finché occupano una parte minimale della tua vita, puoi anche accettarli, perché sono utili in quanto valvola di sfogo o momento di relax, ma se diventano una parte dominante della tua giornata, allora c’è qualcosa che non va. 

Vediamo assieme quindi di capire come selezionare ciò che utile al tuo scopo da ciò che non lo è. Ci sono quindi queste 7 domande da tener d’occhio. Attenzione perché questa volta voglio essere davvero diretto e potrei risultare anche volgare, ma ne vale la pena, te lo assicuro.

 

Quanta merda sei disposto ad ingoiare?

Scusami se sono stato così diretto, ma d’altronde stiamo parlando di cose davvero serie! È inutile girarci attorno: il mondo è davvero duro, spesso ingiusto e nel migliore dei casi molto impegnativo e difficile. Dietro ogni angolo si presenta un ostacolo che ci porterebbe a mollare i nostri sogni e la gran parte delle persone effettivamente lo fa. Pertanto la prima cosa che devi capire è quanto sei disposto a sacrificare della tua vita pur di raggiungere i tuoi obiettivi. 

Ad esempio…
Se vuoi fare lo scrittore, ma hai paura di esperti alla critica, allora ha già fallito in partenza perché questa paura non ti spingerà a non pubblicare mai niente.
Se vuoi diventare un atleta professionista, ma non riesci a sopportare il dolore fisico, allora è meglio se cambi strada.
Se vuoi diventare un imprenditore, ma non riesci a gestire il fallimento, ti consiglio di pensare ad un’altra professione.

Insomma devi capire quante esperienze negative riusciresti a tollerare, quante notti in bianco potresti passare per completare un progetto, quanti giorni riusciresti a sopportare senza alcun tipo di vita sociale e senza quindi la presenza di familiari, amici, vacanze e quant’altro.
C’è un risvolto positivo in tutto questo: tieni presente che la soglia di m**da che sei disposto ad ingoiare è il tuo vantaggio competitivo, ovvero più riesci a sopportarne e più possibilità avrai di raggiungere i tuoi traguardi! 

La fatica non è mai sprecata: soffri ma sogni.
(Pietro Mennea)

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Cosa di quello che non fai oggi per te stesso, farebbe piangere il bambino di 8 anni che eri un tempo?

Lo sai anche tu che i bambini vivono il mondo a loro modo: tutto può sembrare un sogno, tutto può sembrare alla loro portata a tal punto che da piccoli alla domanda “cosa vuoi fare da grande?”, spesso i bimbi rispondono con “Voglio fare l’astronauta/scienziato/attore” e così via. In pratica i bambini scelgono un futuro tosto senza sapere quanto effettivamente lo sia. Tuttavia altrettanti bambini rispondo di voler svolgere professioni che ora, da grandi, potremmo ritenere troppo umili, poco appaganti o  remunerative e loro lo dicono semplicemente perché in quel momento quel lavoro sembra bello. In pratica i bambini non hanno i filtri e i condizionamenti psicosociali che ci vengono crescendo: loro si attengono alle proprie esigenze e non a quelle degli altri.

Io a 12 anni avevo appena finito di leggere “Il Signore degli Anelli” e me ne innamorai immediatamente tant’è scrissi un intero Gioco di Ruolo basato su quel romanzo. Mi piaceva scrivere, ma col tempo, tra studio, hobby, sport, amici, ragazze, ho smesso di farlo, sebbene dentro di me fosse rimasta la passione per la scrittura ed il fantasy. Ho ricominciato solo intorno ai 30 anni!

Se la mia versione di dodicenne avesse la possibilità di domandare alla sua controparte trentenne il perché avesse smesso per tutti quegli anni, avrebbe ricevuto la seguente risposta: “non ritenevo di essere così bravo. I miei lavori sarebbe stati tutti rifiutati e fortemente criticati per cui mi sono dedicato a tutt’altro”. Sono certo che il mio Io 12enne avrebbe pianto amaramente a causa della disillusione instillata dal mio me 30enne. Insomma è come quando accade di scoprire che Babbo natale non esiste, anzi è peggio perché in quel caso comunque i regali ti arrivano anche se portati da mamma e papà, qui invece scopri di aver messo in un angolo un dono che ritenevi davvero bello e fondamentale per la tua vita.

Quello che voglio quindi dirti è che quando stai decidendo cosa fare dei talenti che hai chiediti sempre se abbandonandoli, rischieresti di tradire una parte di te a tal punto da potertene pentire un domani.

Cosa ti fa dimenticare di mangiare e andare in bagno?

Ci sono cose che non ci pesano assolutamente e non ci fanno nemmeno accorgere di quanto tempo sia passato. Solitamente sono i nostri hobby: per me, ad esempio, in quanto inguaribile nerd sono i videogiochi e i libri. Potrei infatti passare ore al computer senza mai nemmeno alzarmi per andare in bagno! A meno che tu non riesca a trasformare una tua passione in lavoro, dovresti cercare di trasferire questa instancabile tenacia anche a tutti i tuoi obiettivi. Immagina infatti se avessi la stessa dedizione che hai quando giochi, leggi, esci con gli amici per qualcosa che vorresti fare, ma fai fatica a gestire come ad esempio il lavoro, fare attività fisica, studiare e cosi via. Pensa se ti dimenticassi di cenare ogni qual volta devi finire un progetto entro sera, quanto saresti avanti nel raggiungimento dei tuoi obiettivi?

È proprio questo il senso di questa domanda: più impari a dedicarti alle tue attività più impegnative come fai con quelle più piacevole e più sarai in grado di ottenere e ciò che ti sei prefissato come scopo della tua vita.

 

Come potresti metterti sempre più in imbarazzo?

Tranquillo, non voglio consigliarti di rovinarti irrimediabilmente la tua immagine e reputazione con qualcosa di deplorevole. Tieni però presente che spesso riteniamo imbarazzante qualcosa che si trova semplicemente al di fuori della nostra Comfort Zone. Magari, non faresti mai il ballerino perché ti vergogni di apparire come una sorta scimmia danzante oppure non ti dichiareresti mai ad una persona di cui ti sei invaghito per il timore di essere rifiutato e diventare lo zimbello della scuola.

In realtà ciò che però tu stai cercando, ciò che quindi potrebbe rivelarsi il tuo scopo nella vita si trova esattamente subito fuori dalla tua vita ordinaria, da tutto ciò che riesci già normalmente  gestire e tollerare. Devi osare, sempre andare oltre quello che sai già controllare e provare a fare qualcosa di nuovo se desideri qualcosa che non hai ancora!

“Fai qualcosa che ti spaventa”
(Eleanor Roosevelt)

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Come vuoi salvare il mondo?

No, non devi diventare un supereroe. La domanda è estremizzata, ma la puoi rendere più semplice chiedendoti in che modo potrebbe risultare utile quello che fai agli altri. In pratica devi motivare lo scopo della tua vita attribuendogli un significato “nobile”, elevato.

Insomma non ho abbandonato dopo poche settimane questo blog perché ho pensato che la mia vita avrebbe avuto più senso nel riportare nero su bianco quello in cui credo e che mi piace in modo tale che anche altri possano trarne benefico invece che passare tutto il giorno sul divano a mangiare pop-corn e guardare programmi spazzatura. E tu cosa avresti fatto nel mio caso?

 

Se qualcuno, puntandoti una pistola alla testa, ti costringesse ad uscire di casa, dove passeresti la tua giornata?

Il problema principale che molte persone non voglio affrontare è quello di non voler mollare l’imprigrimento legato al compiacimento che ci danno quotidianamente tutte le cose che facciamo ogni giorno senza alcuna fatica. Passiamo ore sul divano, non ci vogliamo alzare presto la mattina, ci piace ingozzarci di pizza, birra, Nutella e hamburger e così via. Tutte questa attività ci fanno star bene solo nell’immediato, ma non sono realmente produttive né tanto meno ci aiutano a capire quale sia il nostro scopo in questa complicata esistenza. Immagina quindi se fossimo costretti a dover mollare tutto questo perché costretti, perché qualcuno minaccia con un’arma la nostra incolumità. Se un pazzo armato ci minacciasse di ucciderci a meno che non uscissimo di casa a fare qualsiasi cosa che non sia pigro ed improduttivo (quindi non puoi andare al bar a bere e spulciare Facebook sul tuo smartphone), cosa faresti? Ti iscriveresti in palestra? Andresti in biblioteca a leggere o a studiare? Seguiresti un corso di formazione? Stilla la tua “Lista delle attività produttive sotto minaccia”!

“Non possiamo diventare ciò che vogliamo essere, rimanendo legati a ciò che siamo”
(Max DePree)

 

Se sapessi di morire tra un anno, come vorresti essere ricordato?

Concludo questo articolo con una bella domanda allegra! A parte gli scherzi è una richiesta davvero importante; d’altronde finché stiamo bene in salute e ci sentiamo al sicuro, non ci poniamo assolutamente la questione che alla fine siamo su questa terra per un tempo ben definito e relativamente limitato. Ma lo sai bene, il mondo è imprevedibile ed il destino può essere spesso così ironicamente bastardo. Immagina quindi (toccando ogni cosa tu voglia stringere tra le mani per scaramanzia) se tra 365 giorni la tua vita dovesse terminare, che segno vorresti lasciare su questo pianeta? I tuoi amici, i tuoi colleghi, il tuo partner, i tuoi familiari come dovrebbe rispondere alla domanda “Com’era in vita?”

Sono certo che non vorresti un epitaffio sulla tua lapide che recita “Addio. Tutti i tuoi cari ti augurano di combinare almeno nell’Aldilà qualcosa di utile, visto che qui non hai mai fatto nulla!”. Non sarebbe il massimo, vero? Chiediti quindi cosa vuoi che ricordino le persone quando, davanti ad una tazza tè, si metteranno a raccontare della tua storia.

Bene, spero che queste domande possano motivarti e aiutarti nel comprendere meglio il tuo scopo nella vita. Se al contrario ti hanno avvilito o vuoi semplicemente commentare quanto ho scritto puoi farlo qui sotto o sulla pagina o sul gruppo Facebook di RebuildMyLife.

P.S.
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A presto,
Davide


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