Relazioni con il prossimo, come migliorarle

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Le relazioni con il prossimo sono un argomento molto trattato ed infatti ultimamente trovo molte persone che vogliono approfondire questo tema così complesso.

Chi vuole dare nuovo vigore a rapporti un po’ stagnanti, chi vuole invece rendere più gradevole la vita in ufficio, chi vuole avvicinare nuovi potenziali clienti, chi vuole migliorare la propria capacità di comunicazione con gli altri (e a riguardo  ti consiglio di leggerti anche questo articolo sull’assertività),  insomma alla fine molti vogliono capire cosa diavolo si debba fare per rendere più vivaci e positivi queste benedette relazioni interpersonali. 

Ci sono quindi così tanti articoli che ne voglio scrivere uno anch’io.
“Bene, ne serviva proprio uno nuovo in più, eh?”, direte voi giustamente. Ed in effetti come darvi torto? Ma io voglio introdurre questo argomento spinoso sulle relazioni perché recentemente ho letto una bella storia a riguardo.

Questa storia parla di Abraham Lincoln.
Lincoln  è stato uno dei presidenti degli Stati Uniti d’America più amato di sempre, ma in tempi non sospetti, ovvero quando non era così conosciuto, il giovane Abraham era capace di far arrabbiare molte persone. Infatti era famoso per non trattenersi dal criticare e schernire chiunque non gli andasse a genio o commettesse qualcosa di profondamente sbagliato. Da giovane ad esempio, quando abitava ancora nell’Indiana, scriveva commenti satirici rivolti a persone del luogo su fogli che poi lasciava in posti strategici dove sicuramente sarebbe passato qualcuno e li avrebbe letti.
Quando era infine diventato un avvocato non perse sicuramente questo vizio: pubblicava, spesso in forma anonima, sui giornali degli articoli di scherno.

Tuttavia il Lincoln presidente era ben diverso da così e anzi era conosciuto per non criticare mai pubblicamente qualcuno.

“non giudicare per non essere giudicato”

Questa era il suo motto preferito e non sembra in effetti  riflettere assolutamente questo carattere spinoso e polemico. Cosa quindi cambiò il 16° presidente degli USA?

Uno di questi famosi articoli anonimi sbeffeggiò il carattere fin troppo bellicoso di un politico di origine irlandese. Quest’ultimo si offese così tanto che fece di tutto per individuare l’autore dell’articolo, riuscendoci. Trovato Lincoln, lo sfidò a duello e Abraham dovette a malincuore accettare per salvare il proprio onore, ma fortunatamente il duello venne interrotto pochi istanti prima dell’inizio.
Lincoln insomma se l’era fatta sotto e questo evento cambiò drasticamente il suo modo di relazionarsi con gli altri, arrivando a smettere di parlare sempre male di tutti e agendo diversamente.

Ma diversamente come?
Naturalmente è ben difficile ai giorni nostri essere sfidati a duello, ma se anche esistessero tuttora, certamente non vi consiglierei di provare un’ebrezza del genere per cambiare notevolmente il vostro modo di porvi nei rapporti con gli altri. Vi voglio quindi consigliare un metodo meno rischioso. Concordate, vero?

La prima cosa che bisogna notare della storia di Lincoln è che il cambiamento principale che quel duello ha sortito in lui, è stato quello di smettere di parlare apertamente male di qualcuno, di giudicarlo e criticarlo aspramente. La critica porta infatti sulla difensiva la persona che la subisce, causando un effetto che spesso è l’opposto di quello che avremmo voluto, ovvero una totale chiusura ad un eventuale dibattito costruttivo e quindi l’impossibilità di risolvere un problema che noi eventualmente abbiamo notato. Se poi si continua sul sentiero della critica la chiusura può ulteriormente degenerare in una risposta anche violenta da parte del nostro interlocutore (come dimostra il duello di Lincoln) e di fatto possiamo dichiarare fallito qualsiasi tentativo di avere un buon rapporto con quella persona.

Quindi il primo passo da seguire per migliorare le relazioni con il prossimo è smettere di criticare e condannare chiunque ci capiti a tiro.
Capisco anche che la nostra indole non può essere cambiata così drasticamente ( a meno di un duello ovviamente) e so anche benissimo che noi siamo portati per natura a criticare, ma non ad accettare critiche. Quindi come fare per auto-disciplinarci ed evitare fiumi di critiche verso qualcuno?

Il secondo passo che voglio consigliarvi per migliorare le relazioni con il prossimo è mettervi nei suoi panni.
Noi critichiamo sempre da una posizione esterna ai fatti e quindi abbiamo la possibilità di osservare le cose da un punto di vista razionalmente più lucido, ma siamo certi che chi subisce le nostre critiche abbia avuto la nostra stessa fortuna? Cerchiamo quindi di immedesimarci in lui. Chiediamo quindi se noi saremmo riusciti veramente a fare di meglio.

Il nostro sottoposto non ha consegnato in tempo un lavoro. Davvero noi, col suo carico di lavoro, saremmo riusciti a farlo?
Il nostro amico arriva sempre in ritardo. Davvero col traffico costante che deve affrontare, noi saremmo arrivati puntuali?
La mia ragazza si è dimentica di comprarmi una cosa. Davvero, con la giornata frenetica che ha avuto, noi ce ne saremmo ricordati?

Insomma non conosciamo mai tutte le condizioni al contorno in cui si è ritrovato il soggetto delle nostre critiche, quindi dovremmo imparare prima di tutto a tuffarci nella sua situazione e quindi comprendere cosa lo ha spinto a commettere quell’errore.

“Giudicare è un’illusione, perché, se dovete giudicare, vi servite della vostra scala di valori. Dietro al giudizio si cela l’idea che siamo tutti identici.”
(Swami Prajnanapada)

Non vi ho ancora convinto? Vi siete immedesimati in quella persona e siete convinti ancora che avreste fatto di meglio?
Allora vi serve il terzo passo per migliorare le relazioni con il prossimo, ovvero scrivete le vostre critiche su un foglio e tenere poi quel foglio tutto per voi.
Questo è proprio il metodo che sempre il nostro caro Lincoln usava quando i suoi generali commettevano errori madornali: scriveva lettere di critiche che poi non spediva (sono state infatti ritrovate nel suo diario personale). Perché faceva così? Perché non voleva perdere dei collaboratori che, per quanto avessero sbagliato in una occasione, si erano comunque rivelati degli ottimi consiglieri e alleati in altre.

Lincoln scriveva critiche, ma non spediva le lettere e le sue relazioni rimanevano ottime.


Non vi piace scrivere? Allora mettetevi davanti uno specchio e sviolinate al vostro riflesso tutte le critiche che avreste voluto dire ad una determinata persona. Insomma sfogatevi, ma all’interno della vostra intimità e poi, a mente lucida, cercate quindi una maniera più costruttiva per parlare con quella persona ed in primo luogo cercate di capire, senza attaccarla, i motivi che l’hanno spinta ad agire così e forse, balzeranno agli occhi particolari che erano sfuggiti alla vostra comprensione.

Riepilogando, per migliorare le vostre relazioni con il prossimo, vi consiglio di:

  1. non avere fretta di giudicare qualcuno;
  2. mettetevi nei suoi panni;
  3. sfogate la vostra rabbia da soli e, recuperata la tranquillità, chiedete a quella persona come mai si è comportata così.

“Dio stesso non giudica nessun uomo prima che sia arrivata la fine dei suoi giorni. Perché dovremmo essere più precipitosi noi?”
(Samuel Johnson)

A presto!

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