Relazioni: come non farsi odiare dagli altri
Ho già parlato spesso di relazioni sul mio blog.
Ho scritto su come migliorarle con gli altri, su come essere più convincenti e anche su come entrare maggiormente in sintonia. Tuttavia non ho ancora trattato di un aspetto più delicato che spesso rovina anche relazioni vecchi di anni, ovvero come far cambiare idea o opinione a qualcuno senza necessariamente cadere nell’insulto e nel litigio. Lo avrai sicuramente notato che soprattutto sui social è diventato sempre più difficile discutere di qualcosa, mantenendo una linea di dialogo tranquilla, pacifica e costruttiva. Per diversi fattori si (s)cade spesso in conclusioni affrettate, mandando a quel paese l’altro interlocutore e così allo stesso tempo rischiamo di distruggere diverse relazioni sia nuove che vecchie.
Ma da dove nasce questa difficoltà di relazionarsi col prossimo?
Ci sono diverse ragioni, ma personalmente credo che al giorno d’oggi il nostro peggior nemico sia una mancanza di autocritica. Spesso ci porta a vedere gli errori negli altri senza percepire i nostri e commettiamo inconsapevolmente proprio gli stessi errori che critichiamo così spesso. Per evitare danni irrimediabili nelle nostre relazioni, vorrei offrirti 3 consigli che io stesso adotto (sarebbe meglio dire che cerco di adottare) per non incappare in quelle spiacevoli situazioni.
Dato che sono consigli su un argomento tanto delicato quanto importante, ho voluto dargli anche un nome.
Ecco i 3 “Se proprio devi” che possono aiutarti nelle relazioni senza farti odiare.
Se proprio devi criticare un difetto o evidenziare un errore, parti da dei sinceri apprezzamenti.
Non negarlo: la tentazione di esternare le tue osservazioni su qualcosa che ti sembra fuori posto è sempre forte. Non negarlo perché mentiresti a te stesso. D’altronde sei un essere umano e lo sono anch’io e so che è così per te perché lo è anche per me. La nostra natura ci spinge a giudicare ogni cosa e ogni persona in base ai nostri criteri di valutazione che non sono necessariamente i più giusti, ma per noi sono tutto. Quando ci troviamo di fronte a qualcuno che va contro i nostri criteri, allora ci ritroviamo a criticarlo. Ripeto, è normale, ma questo spesso ci mette è in gravi difficoltà con le nostre relazioni.
A volte ci ritroviamo anche a evidenziare errori oggettivamente condivisibili, ma anche in questi casi c’è modo e modo. Uno di questi è cambiare il punto di partenza: invece di iniziare una discussione da una critica, seppur evidente, partiamo da un elogio, altrettanto palese ( e pertanto sincero). Quando una persona ti fa un complimento, come ti senti? Immagino soddisfatto, contento e anche orgoglioso e lo sei ancor più se ti rendi conto che il complimento è veramente sincero. la tua predisposizione verso quella persona sarà sicuramente migliorata. Sono anche certo che riusciresti a quel punto anche a tollerare meglio una critica perché ti sarebbe rivolta da una persona che ha dimostrato di vedere in te anche cose molto positive.
Per chiarire meglio il concetto, ti riporto un aneddoto tratto dal libro di Dale Carnegie “Come trattare gli altri e farseli amici” che ti consiglio vivamente di leggere.
Dorothy Wrublewski, capo settore della Federal Credit Union a Fort Monmouth, nel New Jersey, raccontò come riuscì ad aiutare una delle sue impiegate a diventare più produttiva. “Abbiamo recentemente assunto una ragazza come cassiera. Il rapporto con la clientela era ottimo. Era curata, efficiente nel trattare le transazioni individuali. Il problema saltò fuori al momento di fare i conti. Il capocassiere venne da me e mi consigliò seccatissimo di licenziare la ragazza […] Il giorno dopo l’ho osservata mentre lavorava veloce ed efficiente durante le normali transazioni di tutti i giorni, gentile e simpatica con tutti i clienti. Non ci misi molto a scoprire perché aveva dei problemi a chiudere la cassa. Dopo la chiusura degli sportelli la chiamai per parlarle a quattrocchi. Era ovviamente agitata e nervosa. La lodai perché era così gentile ed in gamba con i clienti, e anche molto efficiente. Poi le suggerii di riguardare la procedura che usava nel fare la chiusura di cassa. Quando le fu chiaro che avevo fiducia in lei, cominciò a seguire con grande felicità i miei suggerimenti e ben presto si impadronì del mestiere e da allora non ci sono stati più problemi.
Se proprio devi far notare degli errori, fallo indirettamente.
Abbiamo quindi appurato che lodare prima e poi far notare una criticità è molto più proficuo (soprattutto se ci teniamo a determinate relazioni) che semplicemente criticare. Ora bisogna fare un passo in più perché anche questo metodo può essere ulteriormente migliorato. Sebbene solitamente preferisco che una discussione si sviluppi senza giri di parole, quando c’è di mezzo un’osservazione su qualcosa che non va, preferisco usare i famosi “guanti di velluto” e arrivare per vie indirette al nocciolo della questione.
Ti racconto un aneddoto
Hai presente il classico barattolo che molte famiglie usano per raccogliere i soldi delle parolacce? Praticamente funziona così: ogni volta che un membro della famiglia dice una brutta parola, deve pagar pegno, pagando una “multa”. Il fondo parolacce viene poi usato per qualcosa utile a tutti. Naturalmente lo scopo ultimo non è quello di raccogliere soldi (anche se può tornare utile), ma di abituare i familiari a non dire parolacce.
Su un gruppo di Facebook ho letto di questa signora che non era riuscita ad ottenere risultati soddisfacenti: per quanto ci fosse questa “multa”, dopo un po’ la consapevolezza della punizione era scemata e suo marito e i suoi due bambini maschi molto vivaci sia nei fatti che nelle parole, avevano ricominciato ad infarcire i loro discordi di insulti e imprecazioni.
Ha quindi pensato di aggiungere una variante: invece che far pagare una multa ad ogni parolaccia, avrebbe messo 1 euro per ogni giorno in cui in casa non sarebbe volata nessuna brutta parola; la somma sarebbe poi servita per comprare un nuovo gioco della playstation appena raggiunta la quota necessaria. In 5 mesi sono riusciti a comprare il primo gioco, per il secondo ha dovuto attendere 4 mesi e mezzo e ora sono vicino al terzo con appena 80 giorni.
Cosa è cambiato alla fine? Semplicemente questa donna ha deciso di eliminare un qualcosa che non andava bene, non punendo l’errore, ma premiando la volontà di non commetterlo più.
Altrettanto fondamentale è anche il modo di porre una critica: in questo caso anche una parola cambiata fa la differenza.
Se ad esempio tuo figlio è migliorato in una materia, ma non è ancora arrivato ai voti che vorresti vedere, non dovresti dire: “Bravo, sei migliorato MA puoi far ancor di meglio, ne sono certo”, bensì “Bravo sei migliorato E puoi far ancor di meglio, ne sono certo.” Mentre il “MA” rende la critica alla stregua di una fucilata pronta ad abbattere l’elogio appena detto (che a quel punto suono quasi come una forzatura), la “E” al contrario trasforma la critica successiva in un invito che sprona a continuare il miglioramento che si è appena elogiato.
Se proprio devi sottolineare delle pecche, parti dalle tue.
C’è poco da dire su questo punto: per chiunque è più facile accettare una critica da qualcuno che ha l’umiltà di ammettere di aver fatto lo stesso errore. Se vuoi che il tuo interlocutore recepisca le osservazioni che gli stai facendo, devi prima di tutto scendere dal piedistallo su cui ti sei posto (volente o nolente sia chiaro, ma per chi viene criticato, tu automaticamente ti poni in una posizione di attacco e lui di difesa) e poi devi condividere il suo errore, facendogli capire che non è lui ad avere delle pecche, ma è la situazione che spinge a commettere un passo falso. Il Mal comune, mezzo gaudio funziona anche quando devi far notare qualcosa che non va e che deve essere corretto.
Invece di condannare l’operato della gente, cercate piuttosto di capirla. Cercate di immaginare perché la gente fa quello che fa. È molto più utile e interessante che criticare, senza contare che genera simpatia, tolleranza e gentilezza. “Chi tutto sa, tutto perdona.”
(Dale Carnegie)
Inoltre se fai vedere che hai qualcosa in comune con il tuo interlocutore, anche negativo come un errore in questo caso, non fa altro che avvicinarti a lui, creando anche una certa affinità che nelle relazioni non fa certamente male!

relazioni alla pari
Grande Spirito, aiutami a non giudicare un altro, se prima non ho camminato nei suoi mocassini per due settimane
(Antico detto Sioux )
Questi sono tecniche (o “trucchetti”) che uso regolarmente per evitare di rovinare irrimediabilmente le relazioni che ho con persone care o colleghi o anche semplici conoscenti. Se tu ne conosci altre, non esitare a consigliarmele lasciando un commento sotto a questo articolo o sulla pagina Facebook di RebuildMyLife o anche inviarmi un’email all’indirizzo davide@rebuildmylife.it
A presto!
Davide